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Bardi di Vernio-Documenti

La documentazione dei Bardi Alberti fu raccolta nel Palazzo del Lungarno, affidato nel 1576 al conte Pandolfo de Bardi dal granduca Francesco I de Medici, dopo che questi lo aveva requisito a Roberto Capponi, sospettato di aver partecipato alla seconda Congiura dei Pazzi.

L’intero archivio dei conti Bardi di Vernio fu riordinato dal canonico pratese Francesco Casini (1710-1777) coadiuvato dall’abate Gennaro Betti. I lavori erano stati commissionati dai conti Carlo e Luigi de’ Bardi Alberti. Successivamente, il riordino dell’archivio della Contea di Vernio fu intrapreso per volere dei rappresentanti dei tre rami della famiglia, Orazio di Flaminio dei Bardi Gualterotti, Carlo di Pier Maria dei Bardi Alberti, Pier Filippo di Vincenzo, dei Bardi Serzelli, a partire dal 1763. Tutto l’intervento durò fino al 1774. Nel corso del tempo, l’archivista produsse 9 volumi di corredo alle scritture, con indici e repertori della documentazione cartacea e pergamenacea della famiglia e della Contea di Vernio. Dopo il 1797, all’annessione della contea alla Repubblica Cisalpina, i documenti furono trasferiti a Bologna, nel 1815 riportati in Toscana e divisi fra Comune di Vernio, Compagnia di S. Nicola di Bari a Vernio e gli eredi dei tre rami della famiglia Bardi.

Le carte dei Bardi Alberti entrarono poi nella famiglia dei Guicciardini del ramo di Ferdinando di Lorenzo nel 1810, alla morte e per volere di Pier Maria di Luigi Bardi che lasciò i suoi beni ai fratelli Francesco e Fernando di Lorenzo Guicciardini, figli di Caterina Bartolommei, di cui Piero Bardi era stato cavalier servente.

I documenti rimasero nel Palazzo del Lungarno, che dette il nome a quel ramo dei Guicciardini, dove furono conservati fino al 1966, quando furono investiti dalle acque dell’Arno. Da quella data, i proprietari, con l’aiuto della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per la Toscana, hanno prestato le loro cure per il recupero di quella parte di documentazione che presentava i danni di tale evento.

Le carte del fondo consistono quasi esclusivamente in documenti dei Bardi Alberti e si riferiscono al feudo di Vernio, con notizie sui conti Alberti di Mangona, a beni e a diversi personaggi della famiglia, a benefici, patronati e alla Badia di Montepiano, le cui carte passarono ai Bardi verso la fine del XV secolo.

La descrizione che qui si dà dei documenti della serie patrimoniale dei Bardi Alberti della "Casa di Firenze", ovvero del ramo radicatosi in città dopo l'acquisizione dei beni di Santa Croce e del Palazzo del Fondaccio Santo Spirito (ora del Lungarno), è a cura di Stefano Calonaci (2018-2019).