De Vecchi ramo di Pietro di Carlo (Famiglia)
Sin dalla seconda metà del Trecento, i De Vecchi entrano nella vita pubblica di Siena partecipando al governo della città. Nel contempo, attraverso attività mercantili e finanziarie, consolidano il proprio patrimonio e lo investono con l’acquisizione di beni stabili in città e nella campagna circostante. Un’oculata politica matrimoniale gli permette inoltre di incrementare i beni e il patrimonio.
Dopo la caduta della Repubblica di Siena nell’orbita medicea, i De Vecchi volgono i propri interessi verso Roma e molti membri della famiglia intraprendono la carriera ecclesiastica.
Con l’arrivo dei Lorena in Toscana, Giuseppe di Cristoforo entra a far parte dell’aristocrazia di corte e chiede il riconoscimento del patriziato senese per la propria famiglia. Il figlio Fabio, dopo il periodo di studi teologici a Roma, torna a Firenze per collaborare alle riforme leopoldine in campo religioso con Scipione de’ Ricci.
Alle fine dell’Ottocento, per conferire alle sorelle una congrua eredità, Carlo Maria di Carlo nel 1884 mette in vendita la Tenuta di Piana (Buonconvento). Il figlio di Carlo Maria, Fosco (1884-1969) riordina le proprietà e specialmente la Villa di Poggiopini (Siena), ma nel 1958 è costretto a vendere la Tenuta di Castelverdelli (Montalcino). Egli aveva sposato nel 1922 Maria Gori Pannilini e ai discendenti della coppia appartengono ancora oggi i beni della famiglia e il suo archivio.