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Marzimedici (Famiglia)

Marzimedici Ricerca Avanzata
1400 - 1737

- Albero dei Marzimedici

- I Documenti della famiglia

Fu Michele di Bernardo di Michele Marzi da S. Gimignano, alla fine del XV secolo, a portare il proprio domicilio a Firenze. La sua famiglia, di modeste origini, assunse importanza con i figli Pietro Paolo (n. 1473-test. 1533), sposo di Fioretta Vespucci, dal 1514 cancelliere e segretario privato della famiglia dei Medici, nel 1514 conte palatino per Carlo V; e Agnolo (1477-1546), notaio, sposo di Cornelia Benvenuti, nel 1516 cancelliere del gonfaloniere, poi segretario di Cosimo I e, dopo la vedovanza, dal 1529 vescovo di Assisi.

Nel 1519, i Marzi ottennero la cittadinanza fiorentina e nel 1537, Cosimo I de’ Medici dette facoltà ai nipoti del vescovo Angiolo, Vincenzo e Michele, figli del fratello Vincenzo, di aggiungere al proprio il cognome dei Medici.
Da Vincenzo di Vincenzo Marzimedici (n. 1525) e dalla moglie Elisabetta Vespucci, ebbe origine la linea terminata poi con Ferdinando Tempi, attraverso il figlio Amerigo (1550-1639). E sempre da Vincenzo ed Elisabetta ebbe avvio la seconda linea Marzimedici, terminata nei Naldini, con l’altro suo figlio Michele (n. 1517), sposo di Maddalena Ottaviani, che ebbe Pietro Paolo (1546-1623), marito prima di Giovanna Ciampelli, erede di Lucrezia (+ 1589), poi di Margheria Acciaioli. Il figlio di Pietro Paolo, Cristofano (1582-1667), sposò Contessa Miniati e fu legatario del nipote Ricovero Uguccioni, figlio della sorella Fioretta. Il figlio di Cristofano, avvocato Pierfrancesco (1627-1688) sposò Caterina di Guglielmo Altoviti (+ 1696) e fu padre di un altro Cristofano (1666-1737), marito di Virginia Naldini (1674-1747). I loro tre figli maschi morirono tutti in tenera età e la famiglia della madre acquisì i beni della linea Marzimedici terminata con loro.
Arme: "D’oro, al leone di rosso e al capro saliente di nero, sanguinoso di rosso, affrontati e sormontati da una palla pure di rosso; il tutto accompagnato in capo da tre gigli d’azzurro ordinati fra i quattro pendenti di un lambello di rosso".